La zootecnia rappresenta uno dei comparti strategici per l’agricoltura italiana e del nostro territorio. Nonostante ciò, da anni, gli allevatori soffrono di una crisi che non vede fine.
Senza retorica, ritengo che non sia possibile accettare ancora questa situazione.
Il pacchetto salva stalle afferma un principio rivoluzionario per assicurare una maggiore trasparenza nella filiera attraverso l’obbligo di contratti scritti, della durata di dodici mesi, in cui si vincolano gli acquirenti di latte crudo a corrispondere un prezzo che non vada sotto ai costi medi di produzione dell’allevatore. Sono misure accolte dal Governo e suggerite da Coldiretti.
Da troppo tempo, la qualità del latte italiano è stata letteralmente calpestata da importazioni selvagge.
È giunto il momento di cambiare. Origine e tracciabilità devono diventare la carta di identità per tutto il latte anche per quello a lunga conservazione e di tutti i trasformati.
In questi giorni si sono tornati a farsi sentire gli allevatori di conigli. Un problema che va avanti da oltre una decina di anni. I problemi che si evidenziano sono sempre gli stessi: quotazioni con i prezzi al ribasso del 16 per cento; dall’altra parte costi di produzione che aumentano in maniera esponenziale causa il rialzo delle materie prime e dell’energia.
Coldiretti da molti anni si sta battendo a livello nazionale ed europeo, perché avvenga la etichettatura obbligatoria e il rispetto nei confronti degli allevatori affinché il prodotto non sia remunerato sotto i costi di produzione.
Gli allevatori non possono essere in balia di un commercio frutto delle liberalizzazione dove il mercato è distorto dal cartello sui prezzi alla produzione, da una concorrenza sleale fatta di importazioni selvagge dove la carne per aver superato il confine nazionale diventa italiana. Il risultato è che il mercato interno è congestionato e ad essere penalizzati sono gli allevatori italiani, che producono qualità, con l’obbligo di rispettare tutte le norme igienico sanitarie che alla fine si trasformano in ulteriori costi per le aziende.
Meno burocrazia, maggiore valorizzazione delle produzioni nazionali, difesa del made in Italy, devono diventare il motivo di un ragionamento che serva a rilanciare la zootecnia italiana.
15 Maggio 2015
ZOOTECNIA: UN VALORE PER IL NOSTRO PAESE