29 Aprile 2010
Coldiretti: dal Prefetto e una conferenza stampa per dire no alle semine Ogm e far rispettare la legge

Un incontro con il Prefetto e una conferenza stampa. La Coldiretti a Pordenone ha risposto in questa maniera alle dichiarazioni di chi, ha annunciato di voler seminare mais Ogm in provincia.
“La consideriamo una provocazione, anche pericolosa – ha affermato il presidente di Coldiretti Cesare Bertoia-. Noi, però, rispondiamo alle istigazioni con senso di responsabilità e ribadiamo il rispetto della legge, la fiducia e la collaborazione con le istituzioni e con le forze dell’ordine”.
All’incontro con prefetto Pierfrancesco Galante, sono intervenuti tra gli altri il questore vicario Guido Job e il comandante provinciale dei carabinieri Fabio Antonazzo. La delegazione di Coldiretti era rappresentata oltre che dal presidente provinciale, dal direttore e vice direttore della Coldiretti rispettivamente Roberto Palù e Walter D’Agnolo e dal funzionario regionale Aldo D’Amore.
È stato proprio quest’ultimo che ha illustrato la posizione di Coldiretti sugli Ogm e ha messo a disposizione del prefetto la proposta di legge regionale, predisposta insieme ad altre cinquantasette associazioni e presentata a tutti i capogruppo del consiglio regionale, oltre al dossier sugli Ogm, redatto da Coldiretti con tutti i punti, compresi i dati, che spiegano il perché del no agli Ogm dal punto di vista scientifico ed economico.
Anche la conferenza stampa ha avuto lo stesso tono, ma con il contributo dei rappresentanti delle associazioni che stanno appoggiando l’iniziativa insieme a Coldiretti e per le quali sono intervenuti Antonio Zambon, presidente regionale dell’Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica) e Sergio Boschian per Lega ambiente, Slow food e delegato dell’associazione Città della frutta.
“Il percorso di Coldiretti– ha affermato D’Amore- è stato chiaro fin dall’inizio. La tutela delle biodiversità dagli Ogm –ha spiegato- è un impegno trasversale di ben cinquantasette associazioni che in regione stanno lavorando in maniera unitaria per difendere l’identità dell’agricoltura legata al nostro territorio e tutelare i consumatori”.
Su questo concetto si è inserito il direttore Roberto Palù che ha sostenuto la necessità di difendere il made in Italy.
“Abbiamo un patrimonio unico e invidiato in tutto il mondo – ha rilevato­- e non possiamo perdere un risorsa così importante che invece va tutelata anche con l’etichettatura obbligatoria di tutti i prodotti agroalimentari e minacciata dall’omologazione che sarebbe provocata dagli Ogm”.
Dal canto suo Zambon ha ricordato il pericolo che l’agricoltura biologica subirebbe dall’inquinamento a causa degli Ogm, mentre Boschian ha ribadito come la contaminazione avrebbe un carattere irreversibile. “In Friuli Venezia Giulia –ha spiegato- l’università di Udine vanta un centro sperimentale di eccellenza  che già dai prossimi anni è in grado di registrare undici varietà di viti che saranno resistenti alle più importanti patologie senza manipolazioni. Non bisogna chiudere gli occhi ed è necessario –ha concluso- puntare e mettere in trasparenza la ricerca perché tutti sappiano la verità perché il vero tornaconto economico degli Ogm è solo per le multinazionali”.