7 Luglio 2010
Coldiretti Pordenone: in cento al presidio del Brennero per smascherare finto made in Italy e difendere i consumatori

La Coldiretti di Pordenone, guidata dal presidente Cesare Bertoia e dal direttore Roberto Palù ha partecipato con una delegazione formata da cento persone fra dirigenti, soci, funzionari e collaboratori alla mobilitazione organizzata al Brennero a difesa del Made in Italy minacciato dalle importazioni di schifezze vendute come italiane.
Il gruppo, con altre migliaia di produttori agricoli e allevatori è intervenuto al primo turno del presidio e subito dalla prima autocisterna di latte controllata è stato scoperto l’inganno.
Latte proveniente dalla Germania e destinato a Latina a un trasformatore che pubblicizza la mozzarella tutta italiana e, tra le altre verifiche, mille e 500 cosce di maiale provenienti dall’Olanda destinate a Parma, carne di vitello straniera verso note località balneari della costa Romagnola, fiori dall’Olanda verso Napoli e la Puglia. Tutti prodotti che una volta varcata la frontiera diventano italiani all’insaputa del consumatore.
“Il presidio al Brennero –commenta il presidente di Coldiretti Cesare Bertoia- conferma quanto da anni stiamo dicendo. La nostra richiesta di procedere quanto prima all’etichettatura obbligatoria dell’origine della materia prima, che da anni proponiamo, è diventata attuale in questi giorni dopo la scoperta delle mozzarelle blu ma -continua il presidente- non possiamo aspettare queste emergenze per disincagliare una questione che il Parlamento europeo e quello nazionale stentano a prendere in mano”.
Cento persone da Pordenone, un organizzazione e un impegno di tutto il territorio per sostenere questa iniziativa.
“Certamente – spiega il direttore di Coldiretti Roberto Palù-. Il presidio ha avuto successo anche grazie alla forte mobilitazione del territorio e quindi della base. Riguardo alla questione dell’etichettatura obbligatoria –va avanti il direttore- il ministro alle Politiche Agricole Giancarlo Galan sia in occasione dell’assemblea nazionale della settimana scorsa che del presidio di questi giorni, dove ha potuto constatare di persona la truffa e ha assicurato il proprio impegno perché l’etichettatura obbligatoria –conclude il direttore- diventi legge”.