10 Luglio 2015
Dalla Coldiretti di Pordenone no alla polvere di latte

 No al formaggio con la polvere di latte. A ribadirlo anche la Coldiretti di Pordenone con il presidente e il direttore rispettivamente Cesare Bertoia e Antonio Bertolla. Sono da poco rientrati da Roma, dove hanno partecipato alla manifestazione per evidenziare i rischi, che la Comunità Europa potrebbe mettere in atto autorizzando l’industria a produrre formaggi non più con il latte fresco ma con la polvere di latte.
“È un cappio al collo per i produttori di latte di qualità. Una fregatura per i consumatori”. Ad affermarlo il presidente della Coldiretti di Pordenone Cesare Bertoia.
“In un momento –commenta- in cui il nostro progetto punta alla qualità, alla filiera corta, all’origine dei prodotti, le lobby, pensano a distribuire nel mercato formaggi anonimi, senza latte, con sapori standardizzati, lucrando su una materia prima, come la polvere di latte che costa due euro al chilo, per proporre un prodotto, che non è corretto denominarlo formaggio, a prezzi che si moltiplicano –conclude Bertoia- evidenziando una pura speculazione”.
Dal punto di vista delle produzione e dei redditi degli allevatori entra nel merito il direttore Bertolla: “Siamo fortemente preoccupati. Le stalle del nostro territorio chiudono, perché il latte di qualità è sotto pagato e si parla in maniera assurda di polvere di latte. L’industria ha l’obiettivo di eliminare le tipicità legate al territorio. Conta di produrre formaggi che se saranno prodotti con le polveri non sarà corretto chiamarli così. La nostra battaglia -aggiunge il direttore- va di pari passo con la difesa dei produttori e consumatori. La Comunità Europea, -puntualizza Bertolla- invece che difendere i nostri punti di forza, l’agroalimentare più copiato al mondo, vuole farci produrre formaggio come lo fanno in tanti parti del mondo, con la polvere che non ha –conclude il direttore- tipicità, origine, qualità e soprattutto non è radicata al territorio”.