28 Giugno 2017
IL VALORE DELLA LEGALITA’ NELL’ECONOMIA

Il valore della legalità nell’economia italiana. Questo il tema dell’intervento che Ignazio Gibiino, delegato regionale Coldiretti Giovani Sicilia, ha sviluppato in occasione della giornata della legalità, iniziativa organizzata dal Comune di Pordenone e rivolta agli studenti degli istituti superiori.
Gli indirizzi di saluto sono stati rivolti da Alessandro Basso, consigliere delegato all’istruzione e alle politiche giovanili, dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale Alida Misso, dal dirigente Ufficio scolastico provinciale Dino Castiglioni e dalla referente dei progetti nazionali Fiorenza Poletto. Per Coldiretti erano presenti il presidente Cesare Bertoia, il direttore Antonio Bertolla e il delegato regionale di Giovani Impresa Marco De Munari.
Bertoia ha espresso l’orgoglio di far parte di un’iniziativa così importante. «Il valore dei temi trattati – ha affermato – e il fatto che siano condivisi con una platea di studenti assume ancora più significato. La partecipazione del delegato dei giovani della Sicilia è inoltre un valore aggiunto che premia il lavoro che Coldiretti ha fatto fino ad oggi».
Il compito di spiegare quanto il settore primario sia coinvolto dalle agromafie in tutto il territorio nazionale e quanto il problema interessi direttamente tutti i consumatori è stato fatto attraverso l’intervento di approfondimento del delegato dei giovani Sicilia che ha descritto come l’intera filiera, dalla produzione fino alla logistica e commercializzazione compresa la ristorazione, sia interessata da questo fenomeno che sottrae ricchezza a tutto il Paese.
«Tra gli obiettivi della malavita – ha spiegato – c’è quello di creare una forte competizione dove pochi riescono a produrre a costi bassi ottenendo il massimo profitto eliminando così la concorrenza dei piccoli produttori che lavorano nella legalità. Il volume d’affari complessivo annuale della criminalità nell’agroalimentare è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell’ultimo anno». A fronte di questi dati e della situazione che si è venuta a creare il delegato ha posto l’attenzione su come Coldiretti ha intravisto già anni fa il fenomeno e per questo ha costituito l’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura in modo da aumentare il livello di attenzione.
«Le agromafie – ha affermato Gibiino – vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano in prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti che percorrono centinaia e migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale, ma soprattutto con la trasparenza e l’informazione dei cittadini che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto, fino a vigilare sul sottocosto e sui cibi low cost dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi se non l’illegalità o lo sfruttamento».
Sono seguiti gli interventi del  comandante della polizia locale Stefano Rossi che ha raccontato l’esperienza durante il periodo del terrorismo in Italia, mentre del protocollo tra Cnf e Miur ha parlato l’avvocato Graziella Cantiello. Infine, gli allievi di due istituti hanno presentato i lavori realizzati in occasione della partecipazione del concorso indetto dalla Fondazione Falcone.