14 Aprile 2011
Ogm: dopo l’intervento della Procura positiva la decisione del Parlamento europeo

Il Parlamento europeo ha deciso di consentire agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di Ogm per motivi ambientali. La notizia è stata commentata positivamente dalla Coldiretti di Pordenone.
"Dopo l'intervento della Procura di Pordenone -afferma il presidente provinciale Cesare Bertoia- la decisione del Parlamento europeo ci consente di mettere finalmente in sicurezza il nostro territorio e non solo. È un risultato -aggiunge Bertoia- che difende il made in Italy e quindi un modello di sviluppo orientato alla qualità, alla tipicità dei prodotti legati al territorio e il parere della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo -conclude il presidente- va in questo senso perché risponde proprio alla necessità di tutelare il territorio dal rischio di contaminazioni irreversibili".
Soddisfatto anche il direttore della Coldiretti Roberto Palù che osserva: "è una scelta coerente con la stragrande maggioranza dei cittadini che è contraria al biotech nei campi e nel piatto. Le semine di quest'anno -spiega- le stiamo vivendo più serenamente anche se la nostra attenzione è sempre alta e vigileremo di fronte a ogni semina sospetta. Ora -conclude il direttore- continueremo a lavorare per valorizzare la nostra agricoltura, moderna e orientata alla sicurezza alimentare e al rispetto dell'ambiente contro l'omologazione minacciata dagli ogm sulla spinta delle multinazionali".
I risultati dell'ultima indagine annuale Coldiretti-Swg, sulle opinioni degli italiani e europei sull'alimentazione, evidenziano che il 73 per cento dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali. La forte contrarietà espressa dai consumatori sui prodotti geneticamente modificati è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi quattro anni nei quali è stata condotta la tradizionale indagine della Coldiretti ed è la conferma che non si tratta, quindi, di una valutazione emotiva.