20 Gennaio 2017
VOUCHER: L’AGRICOLTURA NON PUÒ ESSERE PENALIZZATA PER COLPE NON SUE

Il tono estremamente critico e negativo che ha assunto il dibattito sui voucher non fa certo bene all’agricoltura, soprattutto se il tema diventa anche oggetto di disputa partitica. Dal 2008 al 2016, la crescita dell’impiego dei buoni lavoro è stata esponenziale.
Una premessa è però utile e doverosa anche per fare un po’ di storia. Nel 2008, proprio a Pordenone, sede della Regione, il ministro del lavoro Damiano, dell’allora governo Prodi, in un conferenza stampa, dove parteciparono anche i rappresentanti di Coldiretti, annunciò l’avvio dell’utilizzo dei voucher. Voucher che potevano essere utilizzati in forma sperimentale solo in agricoltura, in occasione della vendemmia.
Da allora la maglia si è allargata con una estensione degli ambiti e dei settori di utilizzo del lavoro accessorio. Questo ha determinato un progressiva crescita della vendita dei voucher.
Tutto questo, però, ha prodotto altri risultati tra questi l’allontanamento dalle finalità iniziali, visto che originariamente i voucher erano stati pensati solamente per il settore agricolo.
I dati lo dimostrano: l’agricoltura è il comparto fanalino di coda sull’utilizzo dei voucher. Praticamente l’impiego è sceso al minimo storico, rappresentando poco più dell’1 per cento del totale. Inoltre, il settore ha altre limitazioni rispetto ad altri comparti: i voucher possono essere usufruiti solo da studenti e pensionati.
A ciò si aggiungono le novità introdotte dal decreto correttivo del Jobs Act, che per il settore agricolo prevedono un appesantimento burocratico e cioè l’obbligo di comunicazione anticipata e dall’altra una limitazione economica.
Senza entrare troppo nel tecnicismo ci sono abbastanza elementi per una riflessione che ci porti a sostenere la validità dei voucher in agricoltura. Il nostro settore, infatti, è fortemente caratterizzato dalle stagionalità, ha la necessità di manodopera in base alle esigenze dettate dai raccolti, dalle condizioni atmosferiche e da tante altre variabili che solo il settore primario ha perché la maggior parte dei lavori è svolto a cielo aperto. Non possiamo essere penalizzati per cause che non ci appartengono. Il rischio di arretramento o di abolizione dei voucher anche in agricoltura è reale e dobbiamo evitarlo.
Siamo convinti che la trasparenza e legalità siano requisiti che vanno affermati, ed anche il rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori dipendenti. Coldiretti vuole tutelare le imprese che operano con questo spirito e correttezza; i voucher non devono essere visti come un privilegio per una categoria, ma un atto di responsabilità a favore dell’occupazione, della trasparenza, della legalità e dello sviluppo delle imprese.