15 Marzo 2016
Zootecnia al palo subito misure per difenderla

 . La zootecnica resta al palo. Con il rischio di perdere un patrimonio fondamentale per l’intero territorio e il tessuto economico dove questo comparto è strategico non solo per il settore primario ma anche per l’indotto.
Fino a pochi decenni fa, in ogni comune esistevano decine si stalle. Oggi, in più di qualche comune non c’è più una stalla.
Un segno incontrovertibile di uno sviluppo che ci ha fatto perdere alcuni riferimenti. Nei prossimi anni ci accorgeremo, ma molto probabilmente sarà troppo tardi.
Il ritorno nei campi di tanti giovani non è un caso. In molti stanno scegliendo l’agricoltura come lavoro. La contraddizione è che la zootecnia che sta alla base della piramide del settore primario sta soffrendo una crisi insostenibile.
Gli allevatori in questi ultimi anni hanno fatto molti investimenti puntando sulla qualità e sul benessere animale.
Il sistema vuole controlli, sicurezza sul lavoro, il riconoscimento dei diritti ai lavoratori, tutto questo è giusto ma se poi non c’è remunerazione non è sostenibile.
I prezzi pagati alla stalla sono ai livelli di vent’anni fa.
I mancati accordi sul latte costringono gli allevatori a subire il potere dell’industria che avanza proposte inique, approfittando poi delle importazioni selvagge di latte senza tracciabilità e origine che viene poi usato per la trasformazione di prodotti che diventano ingiustamente italiani.
In questo panorama gli altri comparti della zootecnia stanno vivendo la stessa situazione.
Il made in Italy non viene adeguatamente difeso, anzi, è calpestato all’insegna di un mercato dove produttori e consumatori sono soggetti sfruttati. Dove le speculazioni sono all’ordine del giorno.
A questo punto non servono più le chiacchiere, servono interventi urgenti e concreti, sia da parte del Governo italiano che dall’Europa, la quale è priva di una strategia sull’agroalimentare visto che l’intera agricoltura europea vive un momento di grande difficoltà.
Coldiretti ha chiesto una moratoria sui debiti. La maggior parte delle aziende ha importanti piani di ammortamento da rispettare. Queste imprese devono essere sostenute e messe in condizione di pagare gli impegni.
Quanto stiamo chiedendo, è un investimento per il nostro Paese. Per salvare una grande azienda che conta migliaia di imprenditori e famiglie che ogni giorno lavorano per produrre cibo di alta qualità, una delle produzioni più pregiate della nostra nazione che rappresentano una parte importante del nostro made in Italy.